L’AIIG “tutela l’insegnamento”

«Non c’è educazione, se non c’è verità da trasmettere, se tutto è più o meno verità, se ciascuno di noi considera rispettabile la sua verità e se fra tante diversità non è possibile decidere razionalmente. […] Vivere in una società pluralistica impone di accettare che sono le persone a essere assolutamente rispettabili, non le loro opinioni, e che il diritto alla propria opinione consiste nel fatto che questa venga ascoltata e discussa, non che la si lasci passare senza toccarla […]» (Savater, A mia madre mia prima maestra. Il valore di educare, 1997, pp. 97-99).

La libertà di insegnamento nel nostro Paese è stata posta severamente alla prova nel corso della settimana appena conclusasi: lunedì 13 maggio si è tentato in maniera tanto inopinata quanto ingiustificata di inibire l’esercizio della libera docenza al Collegio dei docenti del Corso di dottorato in Storia Antropologia Religioni della Sapienza Università di Roma; si è proseguito con l’incomprensibile sanzione della prof.ssa Rosa Maria Dell’Aria, docente dell’Istituto Vittorio Emanuele III di Palermo, evidentemente colpevole di educare all’esercizio dello spirito critico in maniera libera e autonoma.

L’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia, da Statuto, «tutela l’insegnamento», certo della geografia, ma è, innanzitutto e prioritariamente, al fianco delle docenti e dei docenti di ogni ordine e grado, dalla scuola dell’infanzia all’università, nel libero esercizio di quella che, ancor prima di essere una professione, è un’irrinunciabile e un’irriducibile funzione sociale.

Le docenti e i docenti sono l’avamposto, l’avanguardia, la trincea, l’istituzione preposta all’acquisizione della consapevolezza e della maturità necessarie per distinguere tra valori e opinioni, per non confondere principi e diritti inalienabili con contingenti convinzioni politiche.

L’intolleranza, la discriminazione, il razzismo non sono opinioni, sono dis-valori che, come ha più volte richiamato il Presidente della Repubblica dall’inizio dell’anno, non hanno cittadinanza e non possono rivendicarla: ogni alunna e studente delle Scuole e degli Atenei italiani, proprio grazie all’impegno di tante e di tanti docenti, ha quotidianamente l’opportunità di apprendere, nelle forme e nei modi che la funzione e la professione di docente prevedono e consentono, che la Costituzione italiana sancisce la libertà di espressione (Art. 21) e la libertà di insegnamento (Art. 33) per affermare che quand’anche, malauguratamente, tali dis-valori tornassero a raccogliere nel nostro Paese la maggioranza del consenso, le Istituzioni come la Scuola e l’Università sono tra i principali presidi democratici di cui la Repubblica si è dotata per prevenire, criticare e contrastare tentativi di legittimare pratiche illiberali e comportamenti incivili.

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