Linee guida dei nuovi professionali

Dal 9 ottobre, sono disponibili sul sito del MIUR le Linee guida per favorire e sostenere l’adozione del nuovo assetto didattico e organizzativo dei percorsi di istruzione professionale.

LINEE GUIDA DEI NUOVI PROFESSIONALI. IL CONTRIBUTO DELLA GEOGRAFIA.

di Paola Pepe

1) RISULTATI D’APPRENDIMENTO E LINEE GUIDA

In assenza di specifiche linee guida, le scuole hanno adottato il nuovo ordinamento degli istituti professionali nell’ a.s. 2018/2019 ispirandosi al Regolamento 24 maggio 2018, n. 92. L’impressione è che il ministero abbia voluto redigere e pubblicare le linee guida solo dopo un primo anno di applicazione, come se, invece di un riordino, fosse stata avviata una sperimentazione. Essendo lo schema del riordino modello basato sull’applicazione dell’autonomia, e quindi fortemente variabile, si può quindi pensare di essere in presenza di indicazioni modulabili invece di un format predeterminato.

Il tentativo di cambiamento è ambizioso:

  • applicazione dell’autonomia nella scelta di alcuni insegnamenti
  • didattica basata su unità d’apprendimento
  • piani di formazione personalizzati che collochino la/lo studente al centro dell’apprendimento
  • riferimenti espliciti al Quadro Nazionale delle Qualificazioni

Tuttavia l’intero impianto risulta fragile, in quanto privo delle associazioni fra classe di concorso e materia nel triennio.  Per avviare le prime dell’anno scolastico 2018/2019 si è dovuto far riferimento alla nota MIUR del 19 aprile 2018, che riporta i quadri orari con le relative classi di concorso solo per gli insegnamenti del biennio. È d’obbligo una riflessione: il ministero chiede alle scuole di pianificare in una logica PDCA, ma nello stesso tempo non fornisce con sufficiente anticipo tutte le indicazioni necessarie per una visione di lungo termine! (D’altronde c’è mai stata una rendicontazione sociale sui risultati delle riforme del 2010?)

                Cerchiamo almeno di capire se applicando il modello organizzativo del riordino DL 61/2017 si possono ottenere i risultati d’apprendimento previsti e qui spostiamo il punto di vista sul nostro ruolo come docenti di geografia. Abbiamo già chiarito che è previsto l’insegnamento per assi culturali e che nell’asse storico sociale ci sono 132 ore nel biennio che vanno ripartite fra docenti di Storia A12 e docenti di Geografia A21 sulla base di una scelta che farà la scuola. Abbiamo già detto che la scelta più logica consiste nel distribuire 66 ore a Storia e 66 a Geografia. Tuttavia anche questa scelta non è in accordo con gli ambiziosi risultati che vengono riportati nelle linee guida e appare riduttiva per entrambe le discipline. Se si leggono i 12 risultati d’apprendimento comuni a tutti gli indirizzi e distinti per anno di corso, 4 di questi sono coerenti con studi di tipo geografico, che non sono affatto previsti nei quadri orari del triennio.

Tab. 1 – Estratto dai 12 Risultati d’apprendimento suddivisi per anno di corso: sono riportati solo i 4 (3,4,6,11) che hanno espliciti riferimenti alla geografia.

2) ASSENZA DI GEOGRAFIA NELL’AREA PROFESSIONALIZZANTE IN CONTRASTO CON LE COMPETENZE SPECIFICHE IN USCITA

Come se non bastasse, siamo andati a leggere le competenze specifiche che acquisirebbero gli studenti nei vari indirizzi di studio degli istituti professionali, scoprendo che in diversi settori potrebbero intervenire le scienze geografiche e pensiamo che lo loro assenza influenzerà pesantemente le competenze che si vogliono far raggiungere agli studenti. Sono l’indirizzo “Agricoltura, sviluppo rurale, valorizzazione dei prodotti del territorio, gestione delle risorse forestali e montane” e l’indirizzo “Enogastronomia e ospitalità alberghiera”

2A) Competenze geografiche e assenza di geografia al triennio nell’indirizzo professionale “Agricoltura, sviluppo rurale, valorizzazione dei prodotti del territorio, gestione delle risorse forestali e montane”

Leggendo le competenze in uscita relative a questo indirizzo professionale, ci accorgiamo che sono compatibili con gli insegnamenti dei corsi universitari di scienze geografiche (classe di Laurea LM-80), ad esempio la “Competenza in uscita n° 5: Descrivere e rappresentare le caratteristiche ambientali e agro produttive di un territorio, anche attraverso l’utilizzo e la realizzazione di mappe tematiche e di sistemi informativi computerizzati” prevede che lo studente nel corso del biennio impari a “Riconoscere le diverse caratteristiche ambientali e agro-produttive di un territorio.” acquisendo le seguenti abilità:

Riconoscere modalità specifiche per un approccio naturalistico ecologico all’interpretazione del paesaggio; identificare procedure concrete per rilevare le unità di paesaggio; leggere ed interpretare la cartografia tematica di settore;

attraverso le seguenti conoscenze:

I paesaggi agrari e forestali: concetto di paesaggio e lettura del territorio; tipi di unità paesaggistiche; modelli e sistemi di rappresentazione del territorio: mappe, carte tematiche; la cartografia ufficiale italiana; elementi base dei

sistemi informativi territoriali: data base territoriale e sistema GIS; i sistemi geodetici, sistema GPS. Tutto questo, nella logica di chi ha scritto i risultati d’apprendimento, andrebbe acquisito al biennio, con un massimo di un’ora di geografia  la settimana in due anni, non obbligatoria ma da discutere in collegio.

L’analisi delle competenze è ancora più interessante al terzo, quarto e quinto anno, in assenza totale di geografia. Ci sono diversi riferimenti alle discipline geografiche, solo per fare un esempio riportiamo i traguardi intermedi che acquisirebbero gli studenti, in relazione alla Competenza in uscita n° 5: “Descrivere e rappresentare le caratteristiche ambientali e agro produttive di un territorio, anche attraverso l’utilizzo e la realizzazione di mappe tematiche e di sistemi informativi computerizzati.”

Terzo anno:

Competenza intermedia: Descrivere e rappresentare le fondamentali caratteristiche ambientali e agro-produttive di un territorio,

utilizzando la strumentazione di settore anche di tipo informatico.

Abilità: Ricercare e utilizzare i sistemi informativi geografici ai fini di elaborare carte tematiche territoriali.

Conoscenza: Utilizzo dei sistemi informativi territoriali : data base territoriale e sistema GIS, Web GIS, elementi di

fotointerpretazione. I servizi cartografici locali e nazionali.

Al quarto anno:

Competenza intermedia: Descrivere e rappresentare le caratteristiche ambientali e agroproduttive di un territorio, utilizzando ed

elaborando mappe tematiche e i sistemi informativi territoriali computerizzati.

Abilità: Utilizzare i sistemi informativi geografici ai fini di elaborare carte tematiche territoriali. Realizzare carte tematiche

Conoscenza: Utilizzo dei sistemi informativi territoriali : data base territoriale e sistema GIS, WebGIS,

elementi di fotointerpretazione. I servizi cartografici locali e nazionali.

Al quinto anno:

Competenze intermedie : Non sono scritte nelle linee guida

Abilità: Definire modalità specifiche per un approccio naturalistico ecologico all’interpretazione del paesaggio.

Utilizzare i sistemi informativi geografici avanzati ai fini di elaborare carte tematiche territoriali.

Integrare i dati resi disponibili da diverse fonti.

Conoscenze: Le applicazioni GIS in campo agrario e forestale. Telerilevamento, mappatura di parametri biologici,

ambientali e colturali. Inventari forestali. Utilizzo di droni.

2B) Competenze geografiche e presenza minima di geografia al biennio nell’indirizzo professionale

“Enogastronomia e ospitalità alberghiera”

Anche in questo caso, leggiamo la necessità di insegnamenti geografici più consistenti, in particolare al biennio, per sostenere l’insieme dei riferimenti alla geografia turistica che sono contenuti nelle competenze.

Per esempio, riportiamo i traguardi intermedi relativi al biennio, nel quadro di due competenze:

“Competenza in uscita n° 7: Progettare, anche con tecnologie digitali, eventi enogastronomici e culturali che valorizzino il patrimonio delle tradizioni e delle tipicità locali, nazionali anche in contesti internazionali per la promozione del Made in Italy”

COMPETENZE Intermedie biennio:

Eseguire compiti semplici per la realizzazione di eventi enogastronomici e culturali in contesti strutturati e secondo criteri prestabiliti.

ABILITA’: Individuare i prodotti di qualità del territorio conoscendone le caratteristiche peculiari, le tradizioni storiche e i criteri di classificazione della qualità. Fornire informazioni al cliente in relazione alle opportunità ricreative, culturali, enogastronomiche, sportive, escursionistiche del territorio.

CONOSCENZE: Elementi di enogastronomia locale, regionale e nazionale. Elementi di geografia turistica con particolare riferimento al territorio.

L’evoluzione degli usi e dei costumi enogastronomici del territorio di appartenenza. Servizi internet per la promozione enogastronomica e culturale del territorio. Classificazione merceologica di base delle principali categorie dei prodotti agroalimentari del territorio in funzione della loro origine.

“Competenza in uscita n° 8: Realizzare pacchetti di offerta turistica integrata con i principi dell’eco sostenibilità ambientale, promuovendo la vendita dei servizi e dei prodotti coerenti con il contesto territoriale, utilizzando il web.”

COMPETENZE Intermedie biennio:

Applicare i principi essenziali dell’eco sostenibilità ambientale per eseguire compiti semplici, in contesti strutturati e secondo criteri prestabiliti per la realizzazione di offerte turistiche.

ABILITA’

Selezionare le informazioni da acquisire sull’offerta turistica integrata

Riconoscere nel territorio gli aspetti relativi all’eco sostenibilità ambientale

Riconoscere le principali tipologie di materiali promozionali e pubblicitari dell’offerta turistica

Attuare modalità atte a ridurre gli sprechi nell’ottica della tutela e salvaguardia dell’ambiente

CONOSCENZE

Il concetto di sostenibilità ambientale. Le principali tipologie di offerte turistiche integrate. Elementi di legislazione ambientale: parchi, aree protette, riserve naturali.

Atteggiamenti e metodi per ottimizzare l’impatto ambientale dei prodotti e dei servizi caratteristici della filiera di riferimento.

3) CONCLUSIONE

Invitiamo tutti gli interessati a leggere con attenzione critica le linee guida.

E’ evidente che il contributo della geografia nell’assetto dei nuovi professionali è stato sottostimato: si prevede di ottenere risultati d’apprendimento generali che sono compatibili con lo studio delle discipline geografiche in tutti gli anni di corso,  ma il tempo dato al docente è davvero inconsistente, soggetto alla decisione del collegio e limitato al biennio.

I due indirizzi dove le richieste professionalizzanti del triennio sono totalmente compatibili con insegnamenti di tipo geografico sono l’indirizzo Agricoltura, sviluppo rurale, valorizzazione dei prodotti del territorio, gestione delle risorse forestali e montane” e “Enogastronomia e ospitalità alberghiera”. L’offerta formativa delle scuole non può non tenere conto della specificità del docente di geografia, il cui contributo deve essere valorizzato, anche utilizzando, per una maggior presenza nei quadri orari, le quote di autonomia, da applicare nel rispetto delle regole e senza penalizzare i colleghi di altre discipline.