Geografia economica nel triennio ITE: una sperimentazione a Sesto San Giovanni (MI)

Riconquistare ore di Geografia a scuola… a piccoli passi!

Da un istituto tecnico di Sesto San Giovanni (MI), il progetto di inserimento di un’ora di geografia politica internazionale nelle classi quinte.

di Davide Greghi

Oggi l’insegnamento della geografia nelle scuole sta vivendo forse uno dei momenti più bui della sua storia, con tagli al monte ore in modo trasversale (anche negli indirizzi più affini alla materia) e insegnamenti impartiti da docenti spesso poco inclini e competenti.

Ciò a causa di un succedersi di riforme della scuola incapaci di valorizzare e riqualificare una disciplina così fondamentale per lo sviluppo negli studenti di uno sguardo critico verso la realtà circostante e il loro inserimento nella società.

Nella sua più moderna accezione, la geografia contribuisce a identificare ed a comprendere questioni essenziali per la società, relative alla distribuzione spaziale dei fenomeni, quali ad esempio l’urbanesimo, le relazioni uomo-ambiente e la distribuzione della popolazione, i problemi e le cause dello sviluppo e del sottosviluppo, la globalizzazione, i conflitti, le risorse e l’energia..

La geografia è scienza di osservazione e di analisi delle relazioni e delle interdipendenze fra realtà fisica ed antropica: fornisce conoscenze e strumenti che consentono scelte responsabili nell’organizzazione del territorio, nella tutela dell’ambiente, nella programmazione economico-sociale, poiché guida alla formulazione di ipotesi e previsioni. Educa alla comprensione dei principali problemi della società attuale ed aiuta a comprendere le diverse realtà dei popoli e ad accettarle in un’ottica di rispetto e reciproca tolleranza.

Si rende quindi necessario trovare degli spiragli che possano ridare luce e nuova linfa alla geografia nelle scuole, portando esempi e testimonianze di quegli insegnanti, meritevoli, che stanno provando a cambiare il “sistema” dal basso, a piccoli passi appunto, magari a partire dalla propria realtà territoriale o dall’istituto presso cui insegnano.

È in questo scenario che si inserisce il progetto qui descritto, messo in atto dall’ IIS De Nicola di Sesto S. Giovanni e approvato nel Collegio Docenti di maggio 2018. Nato da un’iniziativa dei Prof.ri Davide Greghi di Geografia e Chiara Sequi di Diritto ed Economia Aziendale, il progetto mira alla reintroduzione di ore di geografia (in particolare geopolitica e geografia economica) in alcune classi del triennio dell’Istituto Tecnico Economico.

La proposta prende piede con la possibilità concessa dalla riforma “Buona scuola” di utilizzare una parte del 20% della quota d’autonomia, prevedendo l’inserimento di 1 ora settimanale per classe di Geografia Economica e Geopolitica Internazionale, in sostituzione di un’ora di Economia Politica nelle classi quinte a indirizzo AFM (Amministrazione Finanza e Marketing),  SIA (Sistemi Informativi Aziendali) e RIM (Relazioni Internazionali per il Marketing), affidandola a docenti della classe A021- Geografia.

Un simile inserimento, se il progetto funzionerà bene nelle classi quinte e salvo auspicabili interventi di riordino di corsi e programmi a livello nazionale, sarà in previsione nei prossimi anni scolastici già a partire dalle classi terze, previa approvazione collegiale.

Lo scopo è integrare adeguatamente i percorsi dei trienni ITE con un insegnamento che completi la dimensione internazionale e geopolitica prevista dalle indicazioni ministeriali e di fatto necessaria per conoscere e interpretare l’evoluzione e la diffusione dell’economia e dei mercati.

L’intento è quello di completare la preparazione degli studenti delle tre articolazioni con le conoscenze indispensabili ad orientarli nella complessità geopolitica della realtà attuale, in particolare nei suoi aspetti economico-sociali; in sostanza, colmando  la mancanza di quegli insegnamenti previsti dal riordino dei cicli solo nominalmente (Geopolitica è ad esempio compresa nella disciplina Economia Aziendale per il triennio  RIM). Si è voluto sottolineare inoltre la coerenza della proposta con le linee guida, cioè le indicazioni ministeriali per il profilo in uscita e le competenze previste al termine del percorso scolastico per gli studenti dell’indirizzo AFM nelle sue diverse articolazioni.

Come indicato negli obiettivi disciplinari espressi in termini di competenze, tali esiti d’apprendimento sono già previsti in diverse materie d’insegnamento nel triennio (STORIA, EC. Politica, EC. Aziendale, Lingue straniere), ma spesso, per evidenti difficoltà in termini di tempo e conoscenze specifiche (di temi, di linguaggi e di tecniche), non possono essere adeguatamente sviluppati. Pertanto i moduli di geografia rappresentano un’utile integrazione a tali insegnamenti e si prestano a proficue collaborazioni interdisciplinari.

Pertanto a partire da settembre 2018 è stato possibile presentare macro-argomenti secondo un percorso articolato in pochi ma significativi dossier distribuiti nelle diverse aree geografiche,  così da porre gli studenti di fronte ai problemi del mondo attuale attraverso metodologie attive, quali il problem-solving di casi concreti, in modo da far favorire la crescita di uno sguardo critico e consapevole verso la società che li circonda e rendere l’apprendimento significativo e autentico.

Con circa 30h annue di lezioni, sono previste da 1 a 3 ore per ogni argomento, con la possibilità di approfondimenti e sviluppo di ricerche a casa con metodologia flipped-classroom.

Tra i contenuti proposti:

  • Approfondimento del concetto di globalizzazione economica e culturale (nonché neocolonialismo e modello consumista occidentale)
  • Crescita, quali indicatori, quale modello?
  • Controllo dei flussi migratori (politiche e gestione – situazione italiana)
  • Il lavoro (nuovi lavori e industria 4.0, sfruttamento, terziarizzazione e disoccupazione)
  • Multinazionali, transnazionali e delocalizzazioni (esempi di grandi catene mondiali)
  • BRICS, NIC, MINT, OPEC (grandi organismi internazionali e Paesi emergenti)
  • UE, NAFTA, MERCOSUR, ASEAN (enti sovranazionali e politiche tra Stati)
  • Land Grabbing e sfruttamento delle risorse – cellulari, vestiti, cibo, da dove provengono le materie prime?
  • Scambio ineguale e regole del commercio mondiale; organismi commerciali (WTO, TTIP, APE..)
  • Finanza globalizzata, paradisi fiscali e Microcredito (i diversi volti della finanza)
  • I problemi dell’ambiente (biodiversità, impronta ecologica)
  • Energie e risorse (da dove arrivano e quali conflitti scatenano)

Di fatto la formula proposta mantiene lo stesso quadro orario ma aggiunge la disciplina Geopolitica all’organico docenti. Per gli studenti si tratta solo di affrontare la materia con un professore competente di Geografia che raccoglierà un numero congruo di valutazioni durante l’anno ma non sarà parte della commissione finale nell’Esame di Stato.

I risultati del primo quadrimestre scolastico sono stati davvero soddisfacenti e incoraggianti. Gli studenti non solo hanno capito l’arricchimento scaturito da un tale insegnamento, che consente loro di recepire e collegare meglio tra loro anche le altre discipline e proiettare lo sguardo più critico e maturo verso le perplessità e gli ostacoli del mondo lavorativo e accademico, ma stanno producendo lavori attraverso ricerche e approfondimenti, di tematiche anche complesse, davvero interessanti, con presentazioni in plenaria che mostrano il grado di competenza e maturità raggiunto da studenti di quinta superiore, ben distanti dai lavori realizzati dai ragazzi del biennio nel quale oggi la geografia è ancora relegata.

Quello che è stato qui presentato è solo un esperimento, un tentativo di migliorare il bagaglio culturale e il percorso scolastico dei ragazzi prima del loro, si spera, inserimento nel mondo del lavoro o del proseguimento nel mondo universitario. Sapevamo e sappiamo tutt’ora bene che si tratta solo di un “palliativo”, forse l’illusione di credere di poter migliorare la scuola dal basso con la sola quota di autonomia…in realtà non potrà essere così e l’esempio portato, sebbene replicabile da altri colleghi in altre scuole, si vuole intendere solo come una temporanea modifica migliorativa dell’offerta didattica di una scuola, in attesa di un serio intervento di riordino dei cicli, dei programmi e degli organici a livello nazionale che possa valorizzare davvero la geografia nelle scuole, adeguandosi agli standard di altri Paesi europei. Occorre necessariamente riportare l’insegnamento della geografia nel triennio degli Istituti Tecnici, aumentare le ore nei Professionali e assegnarne l’insegnamento, come materia separata da italiano e storia, a professori abilitati e competenti nei Licei e alle scuole medie.

È impensabile che una materia così importante nella realtà attuale venga relegata a un ruolo di secondo piano e di così scarsa considerazione; impegniamoci a riportare la geografia nelle scuole anche se, per farlo, dovremmo procedere solo…a piccoli passi!