Ve li ripropongo perchè sono convinto che possano stimolare anche […]
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]]>Ve li ripropongo perchè sono convinto che possano stimolare anche voi come hanno stimolato me.
Sarebbe bello non solo usarli in classe, ma chiedere di realizzarli ai nostri studenti. Potrebbero cominciare pensando a quanti amici cooscono (magari aiutandosi con Facebook) per poi cominciare a verificare il genere, l’età, la provenienza, la religione e così via. Questo ci permetterebbe di “visualizzare” i limiti del nostro sguardo e potrebbe aiutare i nostri studenti a comprendere l’importanza di avere uno sguardo globale in ogni genere di analisi che si fa.
Vi lascio ora con alcuni infographics realizzati per semplificare il nostro mondo immaginandolo composto da sole 100 persone.
http://www.freetech4teachers.com/2013/08/three-ways-to-look-at-world-as-village.html#.UgHu3tIeC3I
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]]>Queste sono alcune delle domande contenute nell’indagine europea “GeoSurvey” promossa dalla sezione di Geografia del Dipartimento di Studi Storici, Geografici e dell’Antichità dell’Università di Padova e dall’Istituto per la didattica delle scienze nella scuola […]
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]]> Queste sono alcune delle domande contenute nell’indagine europea “GeoSurvey” promossa dalla sezione di Geografia del Dipartimento di Studi Storici, Geografici e dell’Antichità dell’Università di Padova e dall’Istituto per la didattica delle scienze nella scuola primaria dell’Università di Colonia (Institut für Didaktik des Sachunterrichts) in collaborazione con alcune associazioni di insegnanti di geografia, tra cui ovviamente l’AIIG.
L’idea di questa ricerca nasce da alcuni insegnanti di geografia della scuola primaria ed è rivolta a tutti coloro che insegnano geografia a studenti di età compresa tra i 6 e i 12 anni in sette paesi europei tra cui l’Italia. L’obiettivo dell’indagine è quello di (r)accogliere le esperienze quotidiane degli insegnanti di geografia: le loro fatiche, le loro convinzioni, le strategie e gli strumenti che usano in classe e il loro rapporto con i cambiamenti (nei bambini e nella scuola) che stanno interessando l’insegnamento della geografia.
In Italia e in Europa molti insegnanti hanno già preso parte all’indagine compilando il questionario on-line.
Ecco dove potete trovarlo (richiede poco più di 10 minuti):
Italiano – www.geoit.shorturl.com Inglese – www.geouk.shorturl.com Spagnolo – www.geoes.shorturl.com Tedesco – www.geode.shorturl.com Rumeno – www.georo.shorturl.com Finlandese – www.geofi.shorturl.com Turco – www.geotu.shorturl.com
Grazie in anticipo a tutti gli insegnanti che decideranno di collaborare.
Giovanni Donadelli
Delegato AIIG giovani del Veneto e dottorando in co-tutela presso la Scuola Superiore di Studi Storici, Geografici, Antropologici dell’Università di Padova e l’Institut für Didaktik des Sachunterrichts dell’Università di Colonia.
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]]> Queste sono alcune delle domande contenute nell’indagine europea “GeoSurvey” promossa dalla sezione di Geografia del Dipartimento di Studi Storici, Geografici e dell’Antichità dell’Università di Padova e dall’Istituto per la didattica delle scienze nella scuola primaria dell’Università di Colonia (Institut für Didaktik des Sachunterrichts) in collaborazione con alcune associazioni di insegnanti di geografia, tra cui ovviamente l’AIIG.
L’idea di questa ricerca nasce da alcuni insegnanti di geografia della scuola primaria ed è rivolta a tutti coloro che insegnano geografia a studenti di età compresa tra i 6 e i 12 anni in sette paesi europei tra cui l’Italia. L’obiettivo dell’indagine è quello di (r)accogliere le esperienze quotidiane degli insegnanti di geografia: le loro fatiche, le loro convinzioni, le strategie e gli strumenti che usano in classe e il loro rapporto con i cambiamenti (nei bambini e nella scuola) che stanno interessando l’insegnamento della geografia.
In Italia e in Europa molti insegnanti hanno già preso parte all’indagine compilando il questionario on-line.
Ecco dove potete trovarlo (richiede poco più di 10 minuti):
Italiano – www.geoit.shorturl.com Inglese – www.geouk.shorturl.com Spagnolo – www.geoes.shorturl.com Tedesco – www.geode.shorturl.com Rumeno – www.georo.shorturl.com Finlandese – www.geofi.shorturl.com Turco – www.geotu.shorturl.com
Grazie in anticipo a tutti gli insegnanti che decideranno di collaborare.
Giovanni Donadelli Delegato AIIG giovani del Veneto e dottorando in co-tutela presso la Scuola Superiore di Studi Storici, Geografici, Antropologici dell’Università di Padova e l’Institut für Didaktik des Sachunterrichts dell’Università di Colonia.
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]]>E’ da ormai più di due settimane che la terra trema sotto i nostri piedi. Gli emiliani (ma anche i vicini mantovani) stanno sperimentando la differenza tra il terrore derivato dalla scossa di terremoto e la paura costante data dalla consapevolezza che probabilmente […]
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]]>E’ da ormai più di due settimane che la terra trema sotto i nostri piedi. Gli emiliani (ma anche i vicini mantovani) stanno sperimentando la differenza tra il terrore derivato dalla scossa di terremoto e la paura costante data dalla consapevolezza che probabilmente non sarà l’ultima. Quest’ultima di certo è quella che destabilizza maggiormente chi in queste zone abita, studia o lavora.
Un fenomeno sismico così prolungato (sono eterne le scosse di 20 secondi come d’altra parte lo sono i 20 giorni di scosse quasi continui) ci costringe a continuare a parlare del terremoto. Gli antichi pensavano che questo tipo di eventi fossero la risposta degli Dei o di Dio alle loro azioni. Tralasciando il fatto che di motivi per scatenare l’ira di Dio in Italia ce ne sarebbe molti, non è di certo questo il modo di analizzare quel che sta accadendo. L’unica cosa sulla quale possiamo riflettere è la “vivacità” di questa nostra Terra, viva e in continua attività che continua il suo processo di evoluzione nonostante l’uomo.
Se la natura infatti è costretta a soccombere al volere dell’uomo su scala locale (quanti boschi e giardini abbiamo già visto edificare anche dietro casa nostra?) è a livello globale che si esprime ancora incontrastata (tsunami, terremoti e tempeste docet). Un vero peccato se ci si pensa perchè dopotutto apprezzare la natura e il suo estremo valore educativo è difficile a cospetto di situazioni così drammatiche, mentre è molto più semplice su scala locale, quotidiana, nella fioritura primaverile del giardino della scuola, nel calore di una mano amica o nella freschezza dell’acqua di una sorgente.
E’ qui dunque che dobbiamo agire. E’ nelle nostre città e nelle nostre esperienze che dobbiamo lasciare che la natura si manifesti in tutta la sua bellezza. Tutti noi, bambini e adulti, abbiamo molto da imparare dalla natura e dalla capacità di prendersene cura.
Il terremoto non si può comandare come non si può comandare la natura. Tutto quello che possiamo fare è cercare di imparare dall’esperienza, di fare memoria e di agire consapevolmente su tutte le scale d’azione alla quale abbiamo accesso.
Di fronte alla potenza della natura tutti noi non possiamo che sentirci che piccoli piccoli. Avere l’opportunità di esperire questa sensazione è un privilegio che non deve andare sciupato ma va sottolineato, meditato e discusso perchè è solo realizzando di essere piccoli che potremo cominciare a crescere per diventare grandi.
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]]>L'articolo Da dove si comincia? sembra essere il primo su Aiig.
]]>Un primo stimolo che vorrei lanciarvi, oltre all’idea di riportare in voga l’uso delle 5W in qualsiasi contesto e non solo per scrivere un tema, è quello più generale di stimolare i bambini e i ragazzi a interrogarsi e a interrogarci! E… proprio su questo argomento ho letto qualche giorno fa diversi articoli interessanti sull’ultimo numero della rivista inglese Primary Geography (dedicato all’importanza di far parlare i bambine di geografia). Leggevo, e mi ha colpito molto, il fatto che che la fase del “Perchè?” che tutti i bambini vivono e nella quale continuano a bersargliarci di domande su qualsiasi piccola cosa, si conclude non perchè i bambini abbiano saziato le loro curiosità e la loro voglia di comprendere il mondo bensì perchè noi adulti spesso li scoraggiamo a continuare a farci altre domande.
Possibile che la nostra poca pazienza sia un limite per le conoscenze delle nostre future generazioni?
Come sempre, la nascita di una domanda è la condizione necessaria (ma non sufficiente) per trovare la risposta.
Questo è solo uno stimolo, piccolo. Altri ne verranno.
Nella speranza di incontrare il vostro interesse e leggere qualche vostro commento vi auguro:
Buon blog a tutti!
Giovanni Donadelli
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