Domenica, sul quotidiano la Repubblica, Corrado Augias ha risposto a una lettera di Riccardo Canesi che ricordava la mancanza dello studio della geografia nelle scuole superiori.

Pur dando ragione alla lettera, nell’argomentare sull’importanza della geografia ,ne ha riproposto una idea diffusa ma che non aiuta a capire la geografia come pensiero geografico, come disciplina.

Abbiamo bisogno di intellettuali che capiscano e sostengano la geografia, ma non la geografia come spazio fisico, la geografia come sistema di conoscenza, come disciplina con una disgnità e autonomia epistemologica. Senza questo riconoscimento, non arriviamo ancora a far capire perchè il mondo ha biogno di sapere geografico.

Gli ho allora mandato la lettera che segue.

Caro Augias, ho letto con molto piacere e condivisione la lettera del professor Canesi e la sua risposta in favore dell’insegnamento della geografia nella scuola.
La ringrazio della sua attenzione verso la geografia, dimostrata anche in altre occasioni.

Da geografo e da docente di geografia vorrei cogliere questa occasione per chiederle di aiutarmi per fare un passo in avanti, nel dibattito culturale, verso la comprensione di cosa sia oggi la geografia come campo di studio e di ricerca.

La geografia non è un fatto naturale, un supporto fisico il cui ruolo nelle vicende umane possiamo leggere in modo più deterministico o possibilistico. Finché sarà considerata in tal modo non si capirà perché sia importante come disciplina, per quanto le interpretazioni che lei suggerisce siano tutt’altro che banali e meriterebbero un’opportuna discussione.

La geografia ha un suo statuto epistemologico, un linguaggio scientifico e un insieme di concetti, idee, teorie e modelli che consentono una lettura integrata delle relazioni tra sistemi umani e sistemi naturali, alle diverse scale, affrontando in chiave culturale, economica, sociale e politica problemi complessi come la globalizzazione, il cambiamento climatico, le migrazioni, e in generale indagando le interazioni che producono il sistema-mondo con le sue diversità e le sue disuguaglianze.

Ha valore educativo perché insegna a sentirsi inclusi nei processi che legano gli esseri umani fra loro e al loro spazio di vita, di cui dobbiamo avere cura in modo consapevole, conoscendone i valori e le risorse, ma anche i limiti e la fragilità.

La geografia ci dice oggi che anche lo spazio fisico è un concetto prodotto e continuamente rielaborato dalla cultura umana, un significato che diamo a un insieme di condizioni materiali e dunque una costruzione sociale, che proprio per questo ha un’incidenza continua nelle vicende umane. La dimensione spaziale dei fatti e dei problemi è stata spesso sottovalutata, in passato.

La geografia di cui vorremmo vedere accresciuto il ruolo nella scuola italiana è un campo di studio purtroppo del tutto ignorato o misconosciuto nella cultura generale, anche dagli esperti e dai politici che poi elaborano i saperi per la scuola.
La ringrazio per l’ospitalità e la saluto cordialmente.

Cristiano Giorda
Università degli Studi di Torino
Associazione Italiana Insegnanti di Geografia

Tags: