Interviste

INTERVISTA A PATRIZIO ROVERSI

Chi non ha mai sognato di veleggiare insieme alla coppia Patrizio Roversi – Syusy Blady sulla poppa di Adriatica?
Patrizio Roversi insieme alla sua squadra di “Velisti per caso” sta organizzando il prossimo viaggio che sarà poi trasmesso su Rai 3.
Prima di togliere l’ancora mi ha rilasciato una breve intervista nonostante il poco tempo a disposizione
per via degli ultimi preparativi.

Patrizio cosa significa per te viaggiare?
Innanzitutto per me viaggiare è un grave problema psicologico. Io preferisco stare a casa. Ogni volta ho dei patemi d’animo. Alla fine però metto da parte sia i problemi psicologici che la malinconia anche perché ogni viaggio è il coronamento di un investimento emotivo.

C’è qualche angolo della terra a cui sei particolarmente legato?
Sarò banale ma io adoro la Polinesia. E’ proprio lì in quelle isolette che rivedo i miei miti raccontati da Stevenson, London e altri.

C’è qualche oggetto che porti con te durante i tuoi viaggi?
Solo le mie medicine a cominciare dal collirio.

Durante la tuia esperienza nel sud-est asiatico quali cambiamenti hai potuto constatare soprattutto in Vietnam?
Il Vietnam mi ha colpito. Ho visto un popolo pacifico, disponibile. Sono rimasto sorpreso dal museo della guerra visitato da migliaia di turisti a cominciare dagli stessi americani. Inoltre c’è un attivismo economico semi-liberale, semi-socialista. Un’altra curiosità è rappresentata dalle abitazioni caratterizzate da una parte posteriore che funge da laboratorio artigianale, da una parte centrale dove la famiglia abita e da una parte anteriore che rappresenta una vera e propria bottega. Infine i numerosi motorini tanto che si verificano di sovente veri e propri fidanzamenti in motorino!

Perché in Africa ci sono tanti focolai di guerra? E’ solo colpa delle varie etnie e della povertà?
Non sono esperto di questioni internazionali e quindi non saprei risponderti. Di sicuro ci sono grossi problemi nel continente africano. Ad esempio in Sudafrica l’apartheid non esiste più eppure se vai nei ristoranti di un certo livello trovi solo bianchi. I neri principalmente vivono nei loro quartieri dove la violenza imperversa tanto che le donne sono abituate a uscire di casa con il preservativo per evitare oltre alla violenza anche una gravidanza. Invece quando sono stato in Etiopia sono rimasto colpito dalla popolazione che nonostante l’esperienza dell’impero fascista odia il Duce ma non il popolo italiano. Di fronte a queste persone c’è solo da togliersi tanto di cappello!.

In che modo il turismo può aiutare il continente africano?
Il turismo è l’industria meno inquinante anche se poi c’è il turismo dannoso come quello sessuale. Il settore terziario per eccellenza non deve assolutamente implicare delle violazioni delle identità locali. Ci deve essere sempre una grande responsabilità.

Infine quale sarà la prossima destinazione tua e di Adriatica?
Stiamo organizzando una circumnavigazione dell’America del Sud sulle orme di Darwin.

Articolo di Roberto Colella

 


 

INTERVISTA A MARGHERITA HACK

Margherita Hack una delle menti scientifiche più brillanti dell’Italia e del Mondo nonostante la veneranda età continua imperterrita a diffondere la conoscenza scientifica.
Nata a Firenze già ordinario di Astronomia all’Università di Trieste dal 1964 al 1987, è membro dell’Accademia dei Lincei. Nella sua lunga carriera ha collaborato con l’Università di Berkeley (California), l’Institute for Advanced Study di Princeton (New Jersey), l’Institut d’Astrophysique di Parigi (Francia), gli Osservatori di Utrecht e Groningen (Olanda), l’Università di Città del Messico è con l’Università di Ankara (Turchia).
I suoi lavori più importanti vertono sulle stelle in rapida rotazione, chiamate stelle a emissione B, che emettono grandi quantità di materiale e a volte formano anelli o inviluppi stellari, e sulle stelle a inviluppo esteso. Ha contribuito in particolare allo studio delle stelle di tipo Be, caratterizzate da uno spettro continuo solcato di righe scure. Le sue recenti ricerche includono la spettroscopia, nel visibile e nell’ultravioletto, dei sistemi a stelle binarie, nei quali le due componenti sono così vicine da interagire, e delle stelle simbiotiche.
Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Le nebulose e gli universi-isole(1959), La radíoastronomia alla scoperta di un nuovo aspetto dell’Universo (1960), L’universo, Pianeti, stelle e galassie (1963), Esplorazioni radíoastronomíche (1964), L’universo violento della radioastronomia (1983), Corso di astronomia (1984), L’universo alle soglie del Duemila (1992), La galassia e le sue popolazioni (1992), Alla scoperta dei sistema solare (1993), Cosmogonie contemporanee (1994), Una vita tra le stelle (1995), L’amica delle stelle (1998).
Il trattato Stellar Spettroscopy, scritto a Berkeley, nel 1959, con Otto Struve (1897-1963) è considerato ancora un testo fondamentale. Attualmente dirige insieme a Corrado Lamberti il mensile astronomico: Le Stelle.
Nonostante i suoi numerosi impegni ha trovato il tempo di rispondere ad alcune domande in una intervista interamente dedicata alla cosmologia e ad alcuni fenomeni di grande attualità.

Osservare l’esplosione di una supernova quali nuove conoscenze può dare allo studio della cosmologia?
“L’esplosione di una supernova oltre a dare informazioni sulle cause fisiche dell’esplosione, nel caso si tratti di un particolare tipo di supernova detta di tipo “Ia”, può servire per determinare la distanza della galassia in cui è esplosa. Questo perchè le supernove di questo tipo al massimo di splendore hanno tutte lo stesso splendore intrinseco e quindi misurando lo splendore apparente si può stabilire la distanza, uno dei tasselli fondamentali per la cosmologia”.

Come morirà il sole?
“Il Sole fra circa 5 miliardi di anni avrà esaurito il combustibile nucleare idrogeno; il nocciolo centrale composto di nuclei di elio comincerà a raffreddarsi e non sarà più in grado di opporsi alla forza di gravità. La stella comincerà a contrarsi e così il nocciolo si riscalderà per effetto della compressione a cui è sottoposto. Quando raggiungerà una temperatura di 100 milioni di gradi l’elio comincerà a trasformarsi in carbonio; l’energia prodotta sarà molto maggiore di quella prodotta dal bruciamento dell’elio, e il Sole dovrà espandere per poterla dissipare dalla sua superficie. Il suo raggio aumenterà di cieca 200 volte e lambirà l’orbita della terra. Sarà diventato una”gigante rossa” perchè la sua temperatura superficiale dai 6000 gradi attuali sarà scesa a causa dell’espansione a circa 3000 e apparirà di colore rossastro. Poi l’esteso e rarefatto inviluppo esterno andrà lentamente disperdendosi nello spazio e nel giro di miliardi di anni resterà il caldo a piccolo nocciolo centrale. Il Sole sarà diventato una “nana bianca” che non avendo altre fonti di energia andrà lentamente raffreddandosi”.

A marzo di quest’anno la Nasa ha lanciato una notizia sull’esistenza nei sistemi extrasolari di pianeti dotati di un sole doppio. Lei cosa ne pensa?
“E’ certamente possibile, lo indicano le osservazioni dei moti della stella doppia, però quei pianeti non potranno ospitare forme di vita perchè soggetti all’attrazione gravitazionale di due stelle che provocano orbite molto complesse e variazioni forti di temperatura”.

I cerchi nel grano sono davvero frutto di campi magnetici?
“Penso che i cerchi nel grano siano frutto di scherzi di burloni, qualcosa che non ha niente a che vedere con la scienza”.

Crede che davvero un giorno il nostro genere umano possa imbattersi in una galassia esterna alla nostra popolata da altri essere umani? Oppure l’enorme vastità dell’universo non permetterà mai un incontro simile?
“Certamente non potremo mai incontrare abitanti di pianeti di altre galassie. Le più vicine, satelliti della nostra sono le nubi di Magellano a più di 200000 anni luce da noi. Forse potremo scambiare messaggi radio con abitanti di pianeti extrasolari distanti qualche decina di anni luce”.

Quanto è importante per la ricerca aerospaziale che la Cina abbia lanciato il primo uomo nello spazio?
“E’ importante per la Cina che ha conoscenze scientifiche avanzate e che speriamo le usi per collaborare con Europa e America e non per fini non pacifici”.

Articolo di Roberto Colella

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